L’ ambiente è tutto ed è per questo che E.DI.CA. costruzioni s.u.r.l. prima di costruire opere di edilizia civile o sistemi idraulici ed agrari tende a risanare i terreni, rimuove materiali contaminanti e nocivi per poi trasferirli negli appositi centri di smaltimento, depura e migliora l’aspetto di aree dismesse.
Adoperiamo nel presente pensando al futuro e per farlo ci serviamo di tecnologie adatte.
L’idea che al momento regna sovrana è quella di rimuovere il materiale contaminato per trasferirlo altrove, mentre il nostro metodo mira ad invertire questa tendenza.
Asportando un materiale contaminato per inviarlo ad un centro di smaltimento (discarica controllata) si trasferisce il problema altrove quindi siamo certi di fare la cosa giusta?
Un accurata ed attenta analisi del fenomeno può evidenziare gli aspetti
negativi di questo scellerato modo di operare.
Soil Washing
Impianto di bonifica in situ: Soil Washing
Il Soil Washing è un trattamento per la bonifica di terreni contaminati, allo scopo di recuperare parte pregiata del mezzo attraverso un processo di separazione fisica dell’inquinante. La tecnica può avvenire sia on-site sia off-site.
La tecnica del soil washing si basa sul principio che i contaminanti vengono veicolati attraverso le particelle più fini presenti nelle frazioni del suolo, e consiste nell’effettuare un vero e proprio lavaggio (washing) con acqua, soluzioni acquose di tensioattivi, biosurfattanti, oppure con solventi organici.
I metodi su cui si basa la rimozione dei contaminanti sono due:
- Dissoluzione completa dei contaminanti nella soluzione acquosa di estrazione;
- Concentrazione ed eventuale dispersione dei contaminanti nella soluzione di estrazione, sotto forma di particelle sospese.
La tecnica di Soil washing può essere utilizzata in combinazione con la tecnica ad estrazione con solvente, soprattutto nei terreni in cui si verifichi una contaminazione mista.
Pump & Treat
Impianto di bonifica in situ: Pump & Treat
Il Pump and Treat è una tecnica di bonifica del suolo, che consiste nel pompaggio e trattamento in superficie delle acque di falda inquinate. Il processo prevede la creazione di uno sbarramento idraulico, dovuto al pompaggio di acqua dalla falda, ed il successivo trattamento delle acque estratte. L’acqua, in uscita dal processo di trattamento, può essere riversata in fognatura o in un bacino idrico superficiale.
La tecnica di Pump and Treat è un processo di bonifica in situ.
Il processo di bonifica avviene (solitamente) secondo le seguenti fasi:
- Prelievo dell’acqua inquinata dai pozzi di estrazione per mezzo di pompe. Il numero di pozzi impiegati dipendente dall’estensione dell’area da bonificare e dal tipo di sorgente contaminante;
- Raccolta dell’acqua in serbatoi e invio all’impianto di trattamento;
- Depurazione dell’acqua inquinata e reinserimento della stessa nella falda o eventuale scarico in fognatura.
Soil Vapor Extraction
Impianto di bonifica in situ: Soil Vapor Extraction
La Soil Vapor Extraction (SVE) è un intervento per il trattamento di suoli che permette, tramite un flusso controllato di aria, la rimozione di contaminanti organici volatili presenti nella zona insatura del terreno. La zona insatura è quella porzione di terreno in cui l’acqua si muove principalmente per percolazione. La tecnica è di tipo in situ. Attraverso la SVE vengono create nel sottosuolo sacche di vuoto che favoriscono la rimozione dei contaminanti mediante una loro volatilizzazione; si crea quindi una depressione che estrae i componenti volatili dell’inquinante presenti nel terreno.
L’aspirazione di un flusso controllato dal sottosuolo richiama nuova aria dalla superficie favorendo così processi di degradazione biologica delle sostanze contaminanti. I gas aspirati vengono trattati in superficie prima del loro rilascio definitivo in atmosfera. La quantità di contaminanti estratta nell’unità di tempo decresce rapidamente durante la ventilazione. L’unica difficoltà nell’applicazione di questo intervento è data dalla complessità delle matrici sotterranee, che non permettono un controllo completo dell’ambiente in cui si opera con rischi di diffusioni indesiderate non rilevabili; per ridurre tale rischio si affiancano a tale intervento sistemi di controllo della migrazione dei contaminanti. Il tipo di trattamento dipende dal contaminante e dalla sua concentrazione.
Bioventing
Impianto di bonifica in situ: Bioventing
Il bioventing è una tecnologia di bioremediation che consente l’utilizzo di microrganismi autoctoni per la degradazione di composti organici adsorbiti dalle frazioni minerali e organiche del suolo e nella fascia insatura del terreno. Il processo di bioventing si sviluppa attraverso l’immissione di aria negli strati di terreno interessati dalla presenza di contaminanti organici; l’ossigeno consente l’attivazione dei processi catabolici aerobici di quasi tutti i composti organici (es. idrocarburi) a catena aperta ed in presenza di bassi livelli di alogenazione. Al contrario delle tecnologie di Soil Vapor Extraction, dove la rimozione delle frazioni volatili avviene previa aspirazione dell’aria interstiziale, nel bioventing si opera l’immissione forzata di aria attraverso una serie di pozzi tipo well point in grado di canalizzare aria e eventuali agenti stimolatori, anche a notevoli profondità. Una misura media di densità prevede l’installazione di 4-6 pozzi del diametro di 3-5 cm, per mq di superficie e una profondità media di 3-5 m. La misura indicativa del livello di popolamento microbico del terreno durante la fase di trattamento prevede generalmente una concentrazione di colonie microbiche pari a 1000 – 1500 UFC/g di terreno secco.